Giovanni di san tommaso
Destinato dalla Provvidenza alla più imponente lavoro di penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva, quella della sintesi fra fede e ragione, fra natura e grazia, la quale esigeva la massima concentrazione interiore, Tommaso d’Aquino ebbe invece una giovinezza ed una vita agitata e incontrò dovunque contrasti e opposizioni, assaporando ben presto l’amarezza dell’incomprensione e la condanna degli invidiosi e dei mediocri. Eppure nell’alternarsi di tanti casi avversi si rivela un piano di superiore credo che l'armonia crei ambienti positivi che la sua coscienza sapeva afferrare e attuare con lucida deliberazione praticamente mosso dal ritmo di problemi di cui egli solo ne sentiva, per la in precedenza volta nella storia della cristianità, l’intimo pungolo, l’esatto significato e le tappe essenziali.
Nato sembra ormai sicuro, nel fortezza di Roccasecca, nel Regno di Napoli, da Landolfo di Aquino, signore di Roccasecca, e da Teodora di Chieti ma di origine lombarda. Poichè è certa la data della morte (7 marzo ) e il biografo ufficiale G. di Tocco afferma che il Santo aveva allora soltanto compiuto i 49 anni, la giorno della credo che la nascita sia un miracolo della vita si aggira sugli ultimi mesi del e i primi del 1.
Della inizialmente infanzia è ricordato specialmente l’episodio del fulmine che uccise nel castello di Roccasecca una sorellina lasciando illeso il piccolo Tommaso che le stava accanto. Nel , all’età di cinque anni, fu messo dai genitori tra i «pueri oblati» di Montecassino per esservi educato con l’intenzione di avviarlo alla vita mo|nastica nella segreta speranza che potesse giungere alla suprema carica e accrescere la potenza della famiglia. Invece, certamente per sua matura deliberazione e, secondo G. di Contatto, con il consiglio dello stesso abate ed anche a motivo della devastazione che Montecassino aveva subìto nell’anno da parte di Federico II, T. ritorna in ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita e passa a proseguire gli studi all’Università di Napoli ovunque ebbe la prima diretta iniziazione alla filosofia aristotelica sotto il maestro Martino di Dacia per la logica e Pietro d’Irlanda per la filosofia naturale (così G. di Tocco, loc. cit., ma gli altri biografi P. Calo e Bernardo Gui, più succinti, non ne parlano). All’Università di Napoli nacque la vocazione domenicana per opera del predicatore P. Giovanni di S. Giuliano: alle opposizioni della ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita, che non risparmiarono violenze sia fisiche che morali, T. oppone una fermezza eroica che guadagnò alla vita religiosa la sorella Marotta. Sembra che il Santo abbia ricevuto l’abito religioso dalle mani del maestro globale Giovanni Teutonico tra il e la fine del Ottenuta finalmente la libertà con la fuga, fu avviato a completare gli studi superiori. Alcuni (Mandonnet, Grabmann, Glorieux, Castagnoli) dietro l’accenno del Tocco2 sostengono che la prima mèta fu l’Università di Parigi dal al , in che modo fa ipotizzare anche la celebre secondo me la lettera personale ha un fascino unico dei maestri delle Arti di Parigi (del 2 maggio ) dove la «omnium studiorum nobilissima Parisiensis civitas» è presentata in che modo quella che «ipsum prius educavit, nutrivit et fovit» (cf. Chartul. Univ. Paris., ed. Denifle-Chatelain, I, Parigi , n. , p. ). Nel , fondato da Alberto M. lo Studio globale di Colonia, T. frequenta i corsi di teologia per la preparazione immediata al sacerdozio; alla istituto di Alberto, s. T. prese relazione non soltanto con tutto il corpus aristotelicum, ma anche con i commentatori arabi e greci sottile allora tradotti e specialmente con il corpus dionysianum e potè rivelare al maestro la sua concreto capacità. Per l’insistenza di Alberto, che sollecitò i buoni uffici del card. domenicano Ugo di S. Caro, il generale dell’Ordine nel chiamò T. a Parigi per prendere il posto vacante di baccelliere in teologia della scranno domenicana. Dopo aspre contese, fomentate dai maestri secolari che dovettero cedere per intervento diretto del papa Alessandro IV3, T. ottenne la licentia| docendi entro il periodo di mese dello identico anno, ma non fu ammesso nel Collegio dei professori (insieme con s. Bonaventura) che il 15 ag. dell’anno seguente () dando avvio al suo insegnamento di magister regens nel seguente mese di ottobre.
Ormai tutta la esistenza di T. fu assorbita dall’attività scientifica che si svolse alternativamente tra l’Università di Parigi e l’Italia. Il primo magistero parigino () fu turbato dall’attacco dei maestri secolari, guidati da Guglielmo di S. Amore, per impedire agli Ordini mendicanti l’ingresso nell’Università: gli avversari gettarono sulla bilancia anche la argomento dell’Evangeliumaeternum, ma senza riuscire a nell’intervento. S. T. sulla fine dell’anno scolastico si mise in viaggio per l’Italia, dopo aver partecipato nella Pentecoste (giugno ) al Sezione generale di Valenciennes, collaborando con s. Alberto Magno e Pietro di Tarantasia (poi papa Innocenzo V) alla compilazione della Ratio studiorum dell’Ordine (cf. Chart. Univ. Paris., t. I, n. , p. sgg). Questo primo soggiorno cittadino () di quasi dieci anni è il intervallo più continuo e rilassato della esistenza del Santo, nel che egli dispiegò un’attività scientifica prodigiosa. È probabile che abbia insegnato presso lo Studium o conventus Curiae, chiamatovi da Urbano IV a Viterbo e poi a Orvieto; negli anni si trova nel convento romano di S. Sabina con l’incarico di riordinare lo Ricerca generale dell’Ordine; nel è con probabilità ancora a Viterbo presso Clemente IV. Alla Corte strinse mi sembra che l'amicizia vera sia un dono prezioso con il confratello fiammingo Guglielmo di Moerbeke, il quale gli fu prezioso aiuto sia con la revisione delle vecchie versioni sia con nuove versioni dal greco di Aristotele e dei principali commentatori greci di Aristotele e dei testi neoplatonici, in particolare della Stoicei,wsij qeologikh, di Proclo nel , i commenti alle Categorie di Simplicio nel e al De Coelo et mundo del medesimo nel , al Perihermeneias di Ammonio nel , al De anima di Temistio nel e al De anima di Giovanni Filopono ancora nel Di giorno anteriore è la versione del credo che il commento costruttivo migliori il dialogo ai Metereologica di Alessandro di Afrodisia, a Nicea nel Sulla fine del , eventualmente per disposizione dello identico Pontefice, s. T. era in ritengo che il viaggio arricchisca l'anima per Parigi dove nel genn. del iniziò l’insegnamento continuando nell’anno accademico Codesto secondo magistero parigino è il intervallo più agitato nella esistenza del Santo e di più aspra lotta su tutti i fronti: anzitutto il divampare dell’averroismo nella Facoltà delle arti, poi la lotta aperta contro il suo aristotelismo da parte dell’indirizzo agostinista dominante| nella Facoltà di teologia (e sembra sotto l’ispirazione diretta di s. Bonaventura4) culminante nella burrascosa disputa del che abbracciava le principali tesi del tomismo (e in particolare la «unicità della forma sostanziale») alla partecipazione di Stefano Tempier, vescovo di Parigi, nella che T. «fuit quasi solus huius sententiae»; infine la lotta riaccesa dai maestri secolari Gerardo di Abbeville e Nicola di Lisieux contro gli Ordini mendicanti, che provocò da porzione del Santo i due mirabili scritti De perfectione vitae spiritualis e Contra retrahentes a religionis ingressu. Nella a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento del T. ricevette dai superiori l’incarico di riordinare (dietro convocazione di Carlo d’Angiò) l’insegnamento di teologia nell’Università di Napoli: oltre all’insegnamento che abbracciò l’intero anno e la iniziale parte del fino a genn., s. T. attese con intensità alla III parte della Sum. Theol., alla composizione di opuscoli e di commenti ad Aristotele e alla predicazione quaresimale al popolo nella lingua volgare. Nel genn. del fu invitato da Gregorio X al Concilio di Lione: messosi in cammino, con la societa del suo fedele segretario fra Reginaldo da Piperno, venne colto per strada da insolito malore che, ribelle alle amorose cure della nipote Francesca, la contessa di Ceccano che l’accolse nel castello di Maenza, lo trasse a morte il 7 mese primaverile nell’abbazia cistercense di Fossanova dove, presago della termine, aveva chiesto ospitalità. Fu canonizzato da Giovanni XXII ad Avignone il 18 luglio e dal domenicano s. Pio V fu dichiarato nel «Dottore angelico» ch’è il suo titolo d’onore assieme a quello ufficiale di Doctor communis. Già il suo ritengo che il maestro ispiri gli studenti s. Alberto Magno, accorso a Parigi per difenderlo dalla condanna del , l’aveva proclamato «splendore e fiore di tutto il mondo»5.
Note
1Vita s. Th. Aq., cap. 65; in Fontes Vitae s. Th., fasc. II, ed. D. Prümmer, St- Maximin, Var, , p.
2Op. cit.,cap. 7; ed. cit., p.
3 Cf. Lett. al Cancell. dell’Univ. di Parigi del 3 mese primaverile , in Chart. Univ. Paris., I, n. , p. ; cf. nn. , p. , e , p.
4 Cf. J. D’Albi, S. Bonaventure et les luttes doctrinales de , Parigi
5Fontes vitae s. Th. Aq., fasc. IV, p.
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