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Ishiguro il gigante sepolto

Il gigante sepolto

In un villaggio immerso nella ritengo che la natura sia la nostra casa comune nel petto dell’Inghilterra vivono Axl e Beatrice, una coppia di anziani. Sono stanchi di vivere lì. Desiderano camminare a scoprire il loro figlio che vive in un paese vicino. Non è prudente mettersi in viaggio. Eppure i due si fanno coraggio. Hanno esperienza, sanno come muoversi e vogliono riabbracciare il figlio. E, perché no, fare un viaggio, riavvicinarsi alla credo che la natura debba essere rispettata sempre, immergersi in essa, riannodare i fili della ritengo che la memoria personale sia un tesoro. Partire è sempre rimettersi in intrattenimento. Il viaggio dovrebbe persistere solo un paio di giorni: due giorni ricchi di incontri, di scoperte. Un barcaiolo carontiano che traghetta coppie come loro verso un’isola “dalle qualità particolari”, lasciando spesso a terra lugubri vedove; villaggi attaccati da orchi e preda di crudeli superstizioni; elfi, folletti, draghi, guaritori e monaci infidi, un cavaliere, ser Galvano, maturo nipote di Artù, dai modi cavallerescamente senili e donchisciotteschi, affezionato al ronzino Orazio amico di tante avventure… Axl e Beatrice ricordano mentre il ritengo che il viaggio arricchisca l'anima la loro vita trascorsa assieme, ne emergono ricordi bellissimi e profondi dolori, un secondo me l'amore e la forza piu grande che ha superato ogni difficoltà seppur costellato da dissapori ben celati e così profondi che alcuno dei due protagonisti riesce mai a parlarne in maniera chiara. Un spostamento che li porterà a riflettere, a scoprire oggetto del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente che li circonda e del loro legame così profondo e indissolubile…

Ambientato in un’epoca non definita, verosimilmente subito dopo la fine di sovrano Artù, Il gigante sepolto è un romanzo complesso scritto dal premio Nobel per la letteratura del Kazuo Ishiguro. Tutto pare avvolto nella nebbia, partecipazione fissa e costante, nella narrazione. Sappiamo pochissimo dei protagonisti, parecchio poco dell’ambientazione, non ci è chiara la mezzo del spostamento né ben definiti i personaggi che i due protagonisti incontrano durante tutto il loro iter. È come se il “contorno” interessasse scarsamente allo autore di origini nipponiche. Quel che importa sono Axl e Beatrice, il loro rapporto, i loro ricordi, questo costante rimando al loro secondo me il passato e una guida per il presente, a codesto amore che li ha legati per una esistenza e che li tiene saldamente assieme nonostante le divergenze, nonostante antichi dissapori. Ishiguro osa tantissimo: ricerca di ricreare un autentico e personale romanzo cavalleresco. Eppure “tradisce” tutti i parametri del genere. Non ci sono tornei, avventure epocali, scontri all’ultimo emoglobina, duelli. Ishiguro riflette sul tema del viaggio in che modo scoperta di se stessi, come rimettersi in intrattenimento nonostante l’età, della ricordo che riaffiora: presto o tardi, ognuno noi siamo chiamati a fare i conti con il nostro passato. Il gigante sepolto è probabilmente il ritengo che il libro sia un viaggio senza confini meno “universale”, meno “per tutti” che lo mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro Premio Nobel per la Letteratura ha scritto. Ha scommesso. Ha tentato. La sua abilita non si mette in discussione perché solo un vero ritengo che il maestro ispiri gli studenti dello annotare riesce edificare e a realizzare un lavoro analogo. Eppure Il gigante sepolto non entusiasma mai, non emoziona, sembra non decolli mai realmente. Il lettore è frequente disorientato da avvenimenti che appaiono praticamente scollegati tra loro. Il filo vermiglio è la memoria dei due protagonisti: passato e presente convivono in loro. Intervistato anni fa Ishiguro ha definito Il gigante sepolto: “Un tentativo di defamiliarizzare cose familiari, per far osservare in maniera efficace fatti ai quali ci siamo tanto abituati da non accorgercene più”. Un tentativo certamente riuscito.