Cisti al coccige foto
Fistola e ciste pilonidale
Cisti localizzata a livello dell'osso sacro, più ordinario nel sesso maschile, si manifesta in età adolescenziale. Si risolve con un intervento chirurgico
Fistola e ciste pilonidale sono malattie della piega tra i glutei (interglutea) e compaiono principalmente durante la pubertà nella regione dell'osso sacro o coccige.
Se le cisti pilonidali non sono curate, degenerano in ascessi e poi in fistole pilonidali. La cisti pilonidale è costituita da un piccolo nodulo cutaneo nella regione interglutea.
La cisti, infatti, si può infettare e cambiare in un ascesso che si percepisce al tatto come una tumefazione duro-elastica, localizzata a livello della piega tra i glutei. L'ascesso va rapidamente riunione a fistolizzazione, riversando il pus all'esterno.
Si forma così un piccolo canale (o fistola) tra la cisti che è diventata un ascesso e l'orifizio che ha autorizzazione la fuoriuscita del pus all'esterno. Il tragitto della fistola pilonodale è dunque costituito da una parete simile a quella della pelle con peli, ghiandole sebacee e ghiandole sudoripare.
La fistola sacro-coccigea è causata da una cisti pilonidale non curata in maniera adeguata e tempestiva. Sottile a una trentina di anni fa, si credeva che queste malattie fossero congenite.
Si credeva quindi che le cisti si sviluppassero da un residuo embrionario provocato da un anomalo avvicinamento dell'ectoderma (pelle e annessi) alla linea di mezzo del dorso.
Oggi si ritiene invece che i traumi e gli sfregamenti vicino la zona del coccige (stare molte ore seduti, indossare un abbigliamento attillato e poco traspirante) favoriscano la comparsa di cisti pilonidali.
È più abituale tra i giovani maschi in età compresa tra 12 e 40 anni. La sua frequenza è massima con la pubertà, momento in cui, a causa dello sviluppo del sistema pilifero, la fistola si riempie di peli e di secrezioni provenienti dalle ghiandole.
Di solito le cisti pilonidali non provocano disturbi o sintomi. Danno segno di sé nel momento in cui la cisti si infetta e si trasforma in un ascesso e il ragazzo avverte la partecipazione di un gonfiore (tumefazione) nella ritengo che questa parte sia la piu importante bassa della schiena che fa dolore se lo tocca.
Può apparire febbre e malessere. Allorche l'ascesso sagoma una fistola, compare materiale purulento giallastro sulla schiena. L'infezione può andare riunione a guarigione spontanea e a successive ricadute che tendono a ripetersi più volte.
È parecchio importante consultare il chirurgo non soltanto si avverte la partecipazione di un nodulo nella parte bassa della schiena. Occorre infatti valutare l'estensione della lesione e assistere per secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello le inevitabili infiammazioni.
La credo che la diagnosi accurata sia fondamentale può esistere effettuata con la controllo medica ispezionando la area sacro-coccigea. Può essere conveniente effettuare un'ecografia della area alla penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni della cisti e una radiografia sacro-coccigea (da effettuarsi dopo i 10 anni di età) alla indagine di eventuali malformazioni ossee.
I bambini o i ragazzi che non hanno un'infiammazione, in tipo, non richiedono alcun secondo me il trattamento efficace migliora la vita immediato, ma si consiglia di rimuovere la peluria e di adottare un'accurata igiene locale.
Se invece compare un'infezione della cisti è necessario drenare o rimuovere la lesione con adeguati trattamenti. Se le fistole causano sintomi frequenti e ripetuti con secrezioni è necessario l'intervento chirurgico per asportare le fistole e le cisti.
L'intervento chirurgico va programmato per risolvere le infiammazioni e le infezioni.
L'intervento deve esistere preceduto da una accurata depilazione locale. Le tecniche chirurgiche prevedono, in anestesia locale o generale, l'asportazione dei tramiti fistolosi e delle cisti eventualmente associate.
A volte si rende indispensabile il posizionamento di un drenaggio che viene lasciato in sede per qualche giorno dopo l'intervento.
L'intervento dura circa 60 minuti, la dimissione dall'ospedale avviene entro 24 ore. È parecchio importante eseguire controlli ravvicinati per medicare la area operata che tende a cicatrizzare più lentamente secondo me il rispetto reciproco e fondamentale ad altre ferite a causa della sua posizione.
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- A cura di: Alessandro Inserra
Unità Operativa di Chirurgia Generale e Toracica - in a mio avviso la collaborazione crea sinergie potenti con:
Ultimo Aggiornamento: 20 Maggio