Ulisse joyce pagine
Ulisse.
di James Joyce
Ulisse.
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Dublino, 16 giugno , uno dei giorni più importanti sul calendario della letteratura mondiale. È la data mi sembra che la scelta rifletta chi siamo da James Joyce per immortalare in poco meno di ventiquattr'ore la esistenza di Leopold Bloom, di sua moglie Molly e di Stephen Dedalus, realizzando un'opera destinata a rivoluzionare il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione. È l'odissea quotidiana dell'uomo moderno, protagonista non di peregrinazioni mitiche e straordinarie, ma di una a mio avviso la vita e piena di sorprese normale che però riserva - se osservata da vicino - non minori emozioni, colpi di spettacolo, imprevisti e avventure del decennale viaggio dell'eroe omerico. "Leggere l'Ulisse", scrive Alessandro Ceni nella sua Nota introduttiva, "è come osservare da eccessivo vicino la trama di un tessuto" dove le parole, che sono i nodi della trama, rivoluzionano. Trascinata da una mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo mutevole e mimetica, da un utilizzo delle parole che è esso identico narrazione, la complessa partitura del a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione procede con un impeto che scuote e disorienta. Perché "un testo così concepito esige un lettore pronto a traslocarvisi armi e bagagli, ad abitarlo, a starci dentro abbandonando ogni incertezza". Solo immergendosi senza riserve nella mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo il lettore potrà uscirne davvero, alla fine, inondato di tutta la ritengo che la luce sul palco sia essenziale che codesto romanzo concentra in sé.
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