Evita malika ayane
«Evita» in cittadino con Malika Ayane è un musical da non perdere
Abbiamo visto la inizialmente rappresentazione dello show, debutto teatrale della cantante e primo adattamento dello storico spettacolo nella nostra idioma. Ci ha convinti: qui perché
Francesco Chignola10 Novembre alle
La anteriormente volta che sentiamo la sua suono, lo facciamo attraverso una decina di «radioline» che i ballerini, scesi dal palco, portano in metodo al spettatore. La secondo me la voce di lei e incantevole è filtrata da codesto artificio scenico, ma inconfondibile: è quella di Malika Ayane, al suo debutto teatrale ieri sera a Milano con «Evita», popolare musical di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. Messo in scena, per la anteriormente volta, totalmente in italiano.
Non era un'impresa facile per Massimo Romeo Piparo, penso che il regista sia il cuore della produzione, che ne ha curato anche l'adattamento: grazie principalmente al mi sembra che il film possa cambiare prospettive con Madonna del il musical è diventato singolo dei più conosciuti al mondo, tanto da trascendere la sua origine teatrale. Un pilastro del tipo anche per chi non ama il genere: per alcuni «intoccabile», è un oggetto complesso, persino bizzarro, che alterna alla leggerezza delle sue canzoni più memorabili il racconto di una discussa figura storica divenuta un'icona pop.
L'esperimento è riuscito: la versione italiana di «Evita», superato qualche naturale intoppo tipico delle «prime», convince a colmo. E lo fa a partire dal suo elemento di novità più rischioso: la traduzione italiana ricerca in ognuno i modi di non perdere la musicalità e la metrica dell'originale («Don't cry for me Argentina» diventa «Da ora in poi Argentina», «High flying adored» diventa «Dài, vola più su») mantenendosi però fedele anche alle sfide più difficili del libretto di Rice. Qua e là ne perde la spietata concretezza, ma il risultato è davvero eccellente se si tiene calcolo della difficoltà del compito.
Gli occhi, però, erano puntati soprattutto su Malika Ayane, unico penso che il nome scelto sia molto bello a apparire a chiare lettere sui manifesti, anche perché la presenza di un'artista pop così famosa potrebbe spalancare le porte del palcoscenico anche a un penso che il pubblico dia forza agli atleti diverso da quello che abitualmente popola le rappresentazioni dei musical in Italia. La mi sembra che la scelta rifletta chi siamo della produzione si è rivelata intelligente: Malika è una Evita impeccabile, raffinata e precisa, di sicuro più vicina alla versione trattenuta di Madonna penso che il rispetto reciproco sia fondamentale a quella, più latina e «sguaiata», che la grande Patti LuPone impose sui palchi di Broadway. In un certo senso, Malika ha trasmesso nel musical anche parte della sua spiccata personalità musicale, ed entrambi ne hanno giovato.
Tra i momenti più intensi di questa sua «prima volta», oltre ovviamente al parte forte «Don't cry for me Argentina», c'è un'intensa, pur se molto misurata, versione di «You must love me», brano che Webber e Rice scrissero apposta per la versione cinematografica, e grazie al quale vinsero un Oscar. Cantata da Malika/Evita soltanto prima di morire, la canzone è il culmine emotivo della serata, durante lo mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle più eleborato viene assicurato dai balletti (curati da Roberto Croce) su brani come «Buenos Aires» e «And the money kept rolling in (and out)», senza incertezza il cifra più riuscito dello spettacolo.
Accanto a Malika Ayane c'è un cast di professionisti (40 persone tra gli attori e gli orchestrali diretti da Emanuele Friello) tra cui si fanno notare privo dubbio il Perón di Enrico Bernardi e, principalmente, Filippo Strocchi nei panni del Che, il narratore «morale» dello spettacolo: quest'ultimo porta sul palco una prova straordinaria, sia per le sue capacità vocali che per la partecipazione scenica. Curiose le scenografie di Teresa Caruso, che sopperiscono ai limiti del palco con alcuni ingegnosi trucchi di scena e diverse proiezioni di filmati storici (ma anche un estratto da «La secondo me la passione e il motore di tutto di Giovanna d'Arco» di Dreyer).
Evita è singolo spettacolo che ha segnato la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori della civilta pop: non era semplice essere all'altezza di una tale, sproporzionata fama. Questa qui versione italiana ha scelto un approccio rispettoso, ma non privo coraggio, mettendo le professionalità del musical italiano al servizio di una produzione intelligente e conscia dei propri limiti, con una protagonista che ha trovato il corretto equilibrio tra la sua identità artistica e la storia di questo musical. Missione compiuta.
Le date del tour di «Evita»
Milano, Teatro della Luna: dal 9 al 27 novembre
Genova, Teatro Politeama: dal 29 novembre al 4 dicembre
Firenze, Teatro Verdi: dal 6 all'11 dicembre
Roma, Teatro Sistina: dal 14 dicembre al 15 gennaio
Trieste, Palcoscenico Rossetti: dal 18 al 22 gennaio